William Doughertysoft brown wax

Il suono è evanescente. Anche quando viene registrato e riprodotto, scivola via. La tecnologia contemporanea può anche darci l’illusione della permanenza, la speranza che possiamo mettere e rimettere all’infinito il nostro disco preferito, ma è una promessa falsa perché i materiali si disintegrano e le macchine si rompono.

William Dougherty fa un uso intenso di questo dato di fatto nella composizione soft brown wax, richiamando nel titolo il materiale usato per le prime registrazioni musicali. Questa tecnologia, perfezionata e messa in commercio da Thomas Alva Edison alla fine degli anni ’80 dell’Ottocento, consisteva nell’incidere una traccia audio sulla superficie di un cilindro di cera che veniva poi riprodotto in un fonografo. Il cilindro si deteriorava ogni volta che veniva riprodotto, spesso abbastanza rapidamente, stratificando la registrazione con quelli che Dougherty chiama “artefatti sonori”.

La composizione di Dougherty si basa sul suono evanescente di uno di questi cilindri, una registrazione di “Moses and the Children of Israel” di George Friedrich Händel cantata da un coro di quattro­mila elementi al Ninth Triennial Handel Festival di Londra. Pallide tracce della performance originale emergono dalla cera consunta, intrecciandosi periodicamente con un piccolo ensemble di strumenti acustici ed elettronici. Piuttosto che concentrarsi sull’assenza, però, Dougherty richiama la nostra attenzione sulla natura della cera degradata: sul suo carattere tenue, a volte stridente, spesso ossessionante, una traccia mobile di quella musica che non possiamo mai più sentire di nuovo completamente. (ER)

A proposito dell’artista

Nato a Philadelphia, William Dougherty ha conseguito una laurea presso la Temple University nel 2010 e ha studiato al Royal College of Music di Londra grazie a una Marshall Scholarship. Ha anche ottenuto un dottorato in arti musicali presso la Columbia University, dove ha insegnato ed è stato assistente dei corsi di laurea in composizione e musica. Dougherty ha vinto la Charles Ives Scholarship dell’Accademia Americana di Arti e Lettere ed è stato residente presso la Aaron Copland House nel 2016. La sua musica è stata eseguita a livello internazionale da London Chorus, TILT Brass, Talea Ensable, e AskolSchönberg, tra gli altri. La sua discografia comprende Stimmungen: mikrotonale Musik für Zither (2020), Music from SEAMUS, vol. 26 (2017), e Oracle’s Blast (2015). Doughtery è stato nel 2021 il Luciano Berio Rome Prize Fellow all’Accademia Americana a Roma.

Containers for wax cylinders (detail 6)
Contenitori per cilindri di cera, inizio Novecento
(fotografia di William Dougherty; collezione dell’artista)
Containers for wax cylinders (detail 2)
Contenitori per cilindri di cera, inizio Novecento
(fotografia di William Dougherty; collezione dell’artista)
Containers for wax cylinders (detail 3)
Contenitori per cilindri di cera, inizio Novecento
(fotografia di William Dougherty; collezione dell’artista)
Containers for wax cylinders (detail 7)
Contenitori per cilindri di cera, inizio Novecento
(fotografia di William Dougherty; collezione dell’artista)
soft brown wax (installation 3)
Installation view
(foto di Daniele Molajoli)
soft brown wax (installation 1)
Installation view
(foto di Daniele Molajoli)
soft brown wax (installation 2)
Installation view
(foto di Daniele Molajoli)