Fabio BarileThe structure of a forest #12
L’evoluzione del mondo della natura segna il punto di inizio per il fotografo italiano Fabio Barile. Inizia a dedicarsi a questo mezzo intorno al 2004 per fotografare il paesaggio, soggetto che occupa il posto d’onore nella fotografia in Italia sin dai suoi esordi, nella metà dell’Ottocento. I primi fotografi facevano pratica con i monumenti italiani; all’inizio del Novecento, i pittorialisti riproducevano, in composizioni ispirate ai dipinti, le colline disseminate di rovine della penisola; i modernisti della metà del Novecento si adoperavano nello stravolgere le visioni tradizionali dei leggendari panorami dell’Italia. Nel 1984, il Viaggio in Italia di Luigi Ghirri invitava generazioni di fotografi – tra cui Barile – a riflettere sul paesaggio italiano in quanto realtà, simbolo e metafora dell’esistenza.
The structure of a forest #12, tratta da Works for a Cosmic Feeling, serie su cui Barile sta ancora lavorando, iniziata nel 2018, esemplifica il modo in cui l’artista trae ispirazione dal flusso costante del paesaggio. Scattata con una fotocamera a banco ottico di grande formato, la foto ritrae un bosco nella riserva naturale di Canale Monterano, a nordovest di Roma. “Di solito me ne vado in montagna o in aree naturali quando ho un blocco mentale e devo riprendere confidenza con la macchina fotografica,” dice Barile parlando del suo metodo. La densità dei rovi in questa immagine, resa sfocata qua e là dal vento, converge intorno a un centro triangolare che incornicia il sentiero invitandoci ad entrare nella scena. Lo sviluppo del paesaggio dal basso verso l’altro, l’intensità dei dettagli e la costante evoluzione anche in una singola immagine illustrano il pensiero di Barile sulla fotografia: essa è in grado di rivelarci il perpetuo divenire che definisce l’universo. (LH)
A proposito dell’artista
Nato a Barletta, Fabio Barile ricorda una fascinazione infantile per le macchine fotografiche e per la loro meccanica. Ha iniziato a dedicarsi seriamente alla fotografia nel 2002 e attribuisce l’influenza iniziate al futurista Anton Giulio Bragaglia. Ha conseguito una laurea in fotografia della Fondazione Studio Marangoni di Firenze nel 2007. Gran parte del suo lavoro esplora paesaggi fluttuanti: erosione costiera, il comportamento incerto delle nuvole, le strutture complesse delle foreste. Alla base delle sue fotografie ci sono idee di evoluzione culturale, interconnettività e coscienza umana. La prima personale di Barile alla galleria Matèria di Roma, Homage to James Hutton, si è svolta nel 2015. Aveva partecipato alla mostra di gruppo On Earth: Imaging, Technology, and the Natural World nell’ambito della cinquantesima edizione dei Rencontres d’Arles e del Foam ad Amsterdam. Nel 2019, ha partecipato alla mostra collettiva Di Roccia, fuochi e avventure sotterranee al MAXXI di Roma. Barile vive e lavora a Roma ed è rappresentato da Matéria.